Etichettato: San Martino dall’Argine

Il crocifisso spada contro gli immigrati a Mantova di Articolo3_MN

Aggiungo come contributo il dato TT di Repubblica, secondo il quale “per gli italiani, gli immigrati sono il 23%, ma in verità sono solo il 6%“.

Razzismo e crocifisso

Coccaglio e San Martino dall’Argine rappresentano il paradigma di una deriva da Ku Klux Klan – come la definisce Curzio Maltese su Repubblica – i cui principali artefici sono gli stessi che rivendicano i “valori cristiani” e usano il crocifisso, in modo strumentale, per alzare muri e seminare odio. “Anche Gesù era un migrante”, ha detto il papa. “Il crocifisso non può essere imposto dall’alto”, affermava lo stesso Benedetto XVI qualche anno fa, quando non era ancora papa, perché Gesù è amore e l’amore non si impone. “Meno croce e più Vangelo” diceva Don Milani. Qui, invece, si fa il contrario: il crocifisso, ridotto a elemento della tradizione, a simbolo della cultura nazionale, viene imposto dallo Stato e diventa corresponsabile delle nefandezze dello Stato stesso. La croce, esibita come una spada, viene così rivolta contro i migranti, i poveri, i deboli, gli emarginati: dall’infame criminalizzazione degli stranieri irregolari, con tutto il carico di violenza e di disagio sociale che ciò comporta, alla pulizia etnica nei confronti di rom e sinti, sfrattati a centinaia, senza preavviso, lasciati spesso in mezzo alla strada, le baracche demolite e i bambini traumatizzati, senza una soluzione abitativa alternativa.

Negli ultimi anni i delitti non sono aumentati, anzi, per molte tipologie i reati sono diminuiti, ma è aumentata, tra i cittadini, la “percezione” di insicurezza. La contraddizione si può spiegare con la retorica della sicurezza che, utilizzando la politica della paura, è diventata una fabbrica di insicurezza. I mass media, e in particolare la televisione, hanno contribuito moltissimo a generare questa situazione. Secondo i dati del Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva, i telegiornali della Rai, nel 2003 hanno dedicato, alla cronaca nera, il 10,7% degli spazi. Questa percentuale è cresciuta in modo esponenziale, anno dopo anno, tanto da arrivare, nel 2007, al 22,3%. Ancora peggiori sono i dati relativi ai telegiornali di Mediaset: dall’11,2% del 2003 al 25,6% del 2007, mentre i tg de La7 sono passati dal 6,9% al 22%. Questi dati arrivano al 2007, ma è del tutto evidente – basta guardare i telegiornali di oggi – che il bombardamento mediatico sui fatti di cronaca nera, negli ultimi due anni, è ulteriormente accresciuto, pur in presenza di una sostanziale stabilizzazione del numero dei delitti. C’è inoltre da considerare che i reati compiuti dagli stranieri sono quasi sempre enfatizzati, favorendo in tal modo la generalizzazione dei luoghi comuni e la diffusione della paura del “diverso”.

Ora però, con Coccaglio, il “pensiero” leghista subisce un’involuzione. Come rileva Tonino Bucci, in un recente articolo pubblicato su Liberazione, gli amministratori leghisti non fanno più giri di parole e non sollevano pretesti di ordine pubblico. Non c’è più l’alibi della sicurezza. Il sindaco di Coccaglio l’ha ammesso: «da noi non c’è criminalità», e questo vale anche per San Martino. E allora – si chiede Bucci – che bisogno c’è di mandare i vigili a casa di quattrocento migranti residenti in paese per cacciare chi non è in regola col permesso di soggiorno? «Vogliamo soltanto iniziare a fare pulizia». Appunto. L’operazione soprannominata White Christmas – è questa la sua conclusione – è un mix terrificante di sentimentalismo natalizio e odio per gli immigrati, ammicca a un’ecologia disumana che vuole «fare pulizia» e bonificare le “nostre” città da immigrati e pattume simil-umano, riducendo l’immigrato a «non-persona». Tema al quale, qualche anno fa, Alessandro Dal Lago aveva dedicato un saggio, Non-persone. L’esclusione dei migranti in una società globale. E Dal Lago conferma: “Il razzismo della Lega ha coordinate differenti dal razzismo classico, non ha niente a che fare con la sicurezza. E’ l’invenzione parossistica dell’uomo nero al fine del consenso. La Lega si produce il nemico come meccanismo essenziale per avere consenso. Non c’è altro. Non esistono problemi di sicurezza, i reati sono minimi. Inventano un nemico simbolico che non esiste perché si crei panico negli elettori. Naturalmente il linguaggio è spaventoso”.

Claudio Morselli

(Invito i lettori del blog a leggere la visita al carcere di Ponte Galeria di Furio Colombo. Dove è detenuto chi non ha commesso reati. NdA)

Un invito alla delazione. Articolo 3 denuncia una grave discriminazione a Mantova

Libertà e Giustizia_Mantova inaugura con questo post un appuntamento settimanale con i propri lettori che intende essere anche un pratico contributo alle iniziative dell’associazione Articolo 3. Pubblicheremo periodicamente un estratto dalla newsletter del libero e spontaneo Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova, nato nel 2008. Invitiamo a iscriversi alla newsletter facendo richiesta a QUESTO indirizzo.

L’Osservatorio è promosso da Comunità Ebraica, Associazione Sucar Drom, Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, Istituto di Cultura Sinta e Comitato Provinciale ArciGay la Salamandra.

La memoria e le discriminazioni dell’età odierna

Articolo 3 è nato nel 2008 in seno al tavolo permanente per le celebrazioni del 27 gennaio, il Giorno della Memoria, con lo scopo di legare la memoria e la storia delle discriminazioni e delle persecuzioni volute dal nazismo e dal fascismo alla creazione di uno strumento che consenta di offrire un punto di riferimento per chi ancora oggi subisce tali violazioni.

Pagina Facebook del gruppo "Lega Nord Mirano", 5.100 iscritti.

Il nostro lavoro consiste, tra le altre cose, nella lettura dei giornali locali e regionali, ed è appunto leggendo il giornale Brescia Oggi dell’11 novembre, che abbiamo incontrato la notizia riguardante il “Treno per la memoria”.

Il Treno per la memoria è uniniziativa, organizzata dal centro studi Officina della Memoria con i sindacati bresciani Cgil, Cisl e Uil, che ha visto il coinvolgimento di numerosi studenti nella visita dei campi di concentramento nazisti in Polonia Dopo Auschwitz, sono più responsabili (Brescia Oggi, 11/11).

Dell’articolo ci ha colpito la domanda che i studenti si sono posti al termine del loro viaggio di studio: «Cosa accadrebbe se domani il Governo ci obbligasse a denunciare i clandestini? Saremmo tutti bravi esecutori della legge, o saremo in grado di opporci, rischiando la nostra libertà?».

Ebbene l’ipotesi paventata nell’articolo è diventata realtà per due paesi della provincia di Mantova. A Ceresara l’Amministrazione comunale attraverso il suo bollettino, e a San Martino dall’Argine la firma dell’Amministrazione su un manifesto affisso sui muri invitano – in virtù delle nuove disposizioni previste dal decreto sicurezza in materia di immigrazione – la cittadinanza a comunicare alle autorità la presenza sul territorio comunale di immigrati clandestini. Il fatto di S. Martino ci è stato segnalato da Roberto Baschè, giornalista mantovano amico di Articolo 3, e dopo una ricerca abbiamo rintracciato anche il notiziario ceresarese:

APPLICAZIONE DELLA NUOVA LEGGE SICUREZZA:
IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
SI RICORDA A TUTTI I PROPRIETARI DI ABITAZIONI AFFITTATE ED ABITATE DA EXTRACOMUNITARI,
CHE NEL CASO FOSSE RISCONTRATA NEGLI STABILI LA PRESENZA (ANCHE OCCASIONALE
) DI IMMIGRATI CLANDESTINI , GLI STESSI SARANNO CORRESPONSABILI ED
INCORRERANNO NELLE SANZIONI PENALI
( DA 6 MESI A 3 ANNI DI RECLUSIONE) PREVISTE DALLA NUOVA LEGGE SULLA SICUREZZA
( Art,1 comma 14 L.94/2009 )
PER L’APPLICAZIONE E L’OSSERVAZIONE DELLE STESSE DISPOSIZIONI DI LEGGE ( Art 5 ter ),
CHIUNQUE FOSSE A CONOSCENZA DELLA PRESENZA SUL TERRITORIO COMUNALE DI IMMIGRATI
CLANDESTINI E’ PREGATO DI COMUNICARLO CON TEMPESTIVITA’ AL SINDACO,
ALL’UFFICIO DI POLIZIA MUNICIPALE O ALL’UFFICIO ANAGRAFE DEL COMUNE PER I
NECESSARI ATTI CONSEGUENTI
GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE

IL SINDACO (Enzo Fozzato)

L’obbligo di comunicare la notizia di reato non spetta al cittadino ma alle autorità di pubblica sicurezza. La legge 94/2009

NON PREVEDE L’OBBLIGO di denuncia di una notizia di reato. Se non si trae un vantaggio iniquo dalla presenza di una persona non in regola con i documenti di soggiorno non c’è alcun obbligo di riferire della stessa.

Riteniamo questo gesto un invito alla delazione.

Il cittadino è un privato e in questo campo deve rispondere solo alla propria coscienza; non è un pubblico ufficiale e non gli si può chiedere di segnalare la semplice presenza nel territorio comunale di esseri umani.

Tale iniziativa costituisce un precedente pericolosissimo invitiamo pertanto tutti i lettori a condurre con noi alcune riflessioni in merito, inviare suggerimenti, commenti legali.